Salix 15, derivata Slackware anche a 32 bit
April 24, 2025•792 words
Salix 15.0 su netbook Toshiba NB200
Negli ultimi tempi mi è tornata la curiosità di esplorare distribuzioni Linux fuori dal mondo Debian. Così ho deciso di provare SalixOS 15.0 (Xfce, 32 bit) su un Toshiba NB200, un netbook acquistato su eBay a inizio 2025 e ancora perfettamente funzionante per testare sistemi leggeri.
La scelta è caduta su Salix perché, pur essendo basata su Slackware, propone un’esperienza semplificata, più accessibile per chi è abituato a distribuzioni come Debian.
Installazione
Ho utilizzato la versione Live, anche perché include un installer grafico molto più semplice da utilizzare dell'installer testuale.
Leggendo le istruzioni ho visto che l'installazione in modalità BIOS per il netbook a 32 bit prevede due sole partizioni obbligatorie: una root e una swap.
Se installi su un pc UEFI, occorre avere anche una partizione EFI: in ogni caso l'installazione di Salix prevede la preparazione delle partizioni prima di lanciare l'installazione. L'installer grafico di una pagina prevede l'accesso a Gparted per effettuare le partizioni necessarie.
L’installazione, su hard disk meccanico del Toshiba NB200, ha richiesto circa 20 minuti. (Successivamente l'ho installato su un ThinkPad X260 e ha richiesto 5 minuti. Occorre più tempo per preparare le partizioni.)
Una volta completata, GRUB non mostrava Windows 7, presente in un’altra partizione. Volevo tenere il dual boot su questo netbook.
Ho risolto modificando il file di configurazione: nano /etc/default/grub
, impostando GRUB_DISABLE_OS_PROBER=false
. Ho poi rigenerato lo stesso file di configurazione con il comando grub-mkconfig -o /boot/grub/grub.cfg
. (L'equivalente di apt update-grub
)
Nota: funziona tutto, anche se la voce "Salix OS" è presente due volte nel menu GRUB, all'inizio, come scelta predefinita, e successivamente, in coda a Win7. - Va bene così, per ora.
Su questo vecchio netbook Toshiba ho voluto conservare la versione originale di Windows 7, anche se non lo uso è parte del pc.
Gestione dei pacchetti
Salix mette a disposizione tre strumenti principali per gestire i pacchetti:
slapt-get, da terminale, molto simile ad apt-get
gslapt, la sua interfaccia grafica, simile a Synaptic
Flatpak, preinstallato nella versione Full, anche su architettura 32 bit
L’aggiornamento dei pacchetti avviene manualmente, il che lascia all’utente il pieno controllo del sistema. Una scelta coerente con l’impostazione generale di Salix che condivido. Mi basta ricevere una notifica che mi segnali la disponibilità degli aggiornamenti.
A differenza di Slackware, Salix gestisce automaticamente le dipendenze. Questo significa che installando un programma, verranno automaticamente installati anche i componenti necessari al suo funzionamento. Un vantaggio notevole per chi viene da ambienti più user-friendly.
Filosofia “una applicazione per compito”
Salix segue una filosofia essenziale: una sola applicazione per ogni funzione principale. C’è un solo browser (Firefox), un solo lettore video (mpv), un solo editor di testo (Mousepad), una sola suite da ufficio (LibreOffice). Il risultato è un sistema snello, senza doppioni inutili. In ogni caso si possono aggiungere i programmi preferiti successivamente.
Modalità di installazione disponibili
Salix 15.0 è disponibile in tre modalità:
Full, con tutte le applicazioni preinstallate. È quella che ho scelto io perché è l'unica col supporto wireless.
Basic, con il solo ambiente Xfce e pochi software essenziali
Core, solo sistema base, senza interfaccia grafica
Le versioni Live includono l’installer grafico, mentre quelle standard utilizzano un installer testuale.
Supporto Live USB e persistenza
Una delle caratteristiche che mi sono piaciute è il supporto alla persistenza nelle versioni live. Si può creare una chiavetta USB che mantiene impostazioni, file e programmi tra un avvio e l’altro. Lo script iso2usb.sh
o l’installer grafico incluso nella Live rendono il processo piuttosto semplice. Ho testato con successo una chiavetta USB da 16 GB.
Con il senno di poi bisogna utilizzare almeno 32 Gb, perché gli aggiornamenti occupano una buona parte del file system.
Ho semplicemente avviato una iso live e collegato una seconda chiavetta usb capiente sulla quale ho installato Salix 15 persistente.
Considerazioni sulla versione 32 bit
Salix 32 bit è perfetta per netbook e hardware datato. Le prestazioni sono buone e l’esperienza d’uso è ragionevole. Tuttavia, per alcuni software moderni (come quelli basati su Electron o certe Flatpak) non sono più disponibili per questa architettura. Se si lavora con hardware più recente, è preferibile passare alla versione 64 bit.
Conclusioni
Salix è una distribuzione leggera, stabile, ben costruita. È pensata per chi vuole imparare, per chi apprezza l’essenzialità e per chi desidera mantenere il controllo sul proprio sistema senza complicazioni inutili.
Un buon modo per entrare nel mondo Slackware, con una curva di apprendimento più dolce. Ottima per ridare vita a macchine più vecchie, ma ancora capaci di svolgere bene il loro lavoro.
Questo è il netbook con Porteus su chiavetta persistente. Porteus è l'unica derivata Slackware che avevo provato finora, ma è una distro particolare. Bella, ma un'altra cosa.