Brucio in giacca e cravatta

Ho dovuto comprare un abito per partecipare a una cerimonia.
Odio gli abiti: ho utilizzato la.giacca e cravatta solo alla mia laurea, ed ero ridicolo come mi sono sentito ieri, mentre lo provavo e mi sentivo costretto a comprarlo.
Odio comprare i vestiti, odio comprare qualsiasi capo d'abbigliamento perché sono grasso, deforme e provare ogni capo significa guardami allo specchio, provare più taglie fino a trovare quella adatta e imprecare nel frattempo; significa sudare, andare in ansia, sentirmi un fallimento.
Tutto questo perché sono fisicamente, materialmente atroce.
Tuttavia, ne traggo un aspetto positivo: ho il mio abito della morte, quello con cui vi adageranno nella cassa. E se quando succederà sarò vieppiù ingrassato, basterà tagliare il tessuto e poggiarlo sul mio cadavere quel tanto che basta per dare al mio corpo un aspetto decoroso (decoroso per chi starà lì davanti a fissarmi pet dire "sembra che dormi", "la morte gli ha ingentilito i tratti", "è brutto dirlo, ma da morto è più affascinante che da vivo. Non dico bello, per carità,
questo mai, ma almeno affascinante.")
Perché sta qui l'inghippo: sono brutto come un ictus, atroce come il mal di vivere, lurido come un elettore di fratelli d'italia.
Spero, dunque, di morire presto e farmi cremare.
Col vestito nuovo addosso, ovviamente.
*
È il tre settembre.
Il primo del mese ho ripreso a lavorare.
Sono già in burn out.


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