Amate la vostra fine come voi stessi/Love your demise as yourself

di Pietro da Morrone

Bruciate le parole dei falsi profeti. Non vi salverete purgando l’oro nel fuoco, poiché è sterile e muto. La tentazione di fondere questa tavola sarà forte, l’unica profezia, vera ma debole di promesse. Fuggite dai seduttori. Autentico profeta è chi è stato, chi è già venuto, chi ha ormai dietro di sé il suo avanti: noi aspettiamo la fine, ormai vicina, l’ultima, quella della nostra specie, la civiltà più antica del cosmo. Rarefatti, quasi immateriali, non potreste percepirci. La fine ultima, questa è l’unica previsione, l’unico punto fermo nelle storie mestate e rimestate nel tutto.

Amate la vostra fine come voi stessi. L’inizio è vago: è il batterio o il primo mammifero? Il primo scriba o la scimmia? Di fronte a noi non c’è più nulla, solo la fine, estremo orizzonte degli eventi, e l’avanti è il dietro: ogni grammo della carne morta dei nostri avi, il timore dei supplizi, della morte, addolciti dalle false promesse degli idoli; i tradimenti, le teste mozze, e dopo l’oblio dei Santi e dei Numi, ci sarà/c’è stato il tempo in cui la carne si fonderà/si fuse col metallo, aspirazione all’eterno, intelligenza potenziata, tensione verso l’a-mortalità, ma che non può fare altro che ritardare, in realtà, la fine, portarla in avanti per un poco ancora, nello stesso modo in cui un giocatore, intrappolato in una posizione perdente e che non vuole abbandonare, ritirarsi, farebbe: continua a giocare, disperato ma acuto, escogita astuzie, invenzioni, per tardare la fine.

Ama la tua fine, unico punto fermo. Scegli le mosse per allontanarla, ma ammirala, rispettala. Costruisci templi in suo onore. Così vivrai bene.

Questa profezia è incisa nell’oro incorruttibile perché gli elementi non possano cancellarla. Se la troverai, verrà il tempo in cui dovrai scegliere se fonderla, questa tavola, per innalzare castelli di argilla, o serbarla, comprenderla, recitarla come una preghiera.


Love your demise as yourself

Thou shalt burn false prophets' words. You will not be saved by melting gold in fire, for it is sterile and dumb. The temptation to melt this golden slab will be strong; it is the only prophecy that is true but faint in promises. Flee from the seducers. An authentic prophet is one who has been, who has already come, and who now has his future behind him. We await the end, now close, the last, that of our species, the oldest civilization in the cosmos. Rarefied, almost immaterial, you cannot perceive us. The end is the sole foretelling, the still point in the swirling and ever-stirring stories throughout.

Do love your demise as yourself. The beginning is vague. Is it the bacterium or the first mammal? The first scribe or the monkey? Before us, there is nothing more, only the ultimate end, the horizon of events, and the front is the back. Every scrap of dead flesh from ancestors, the fear of torment, of death, sweetened by the false promises of idols; betrayals, chopped heads, and after the oblivion of Saints and Gods, there will be/has been a time when flesh will meld/be melded with metal, aspiration to the eternal, augmented intelligence, tension towards the a-mortality, but in reality it can only delay the end, push it forward for a little while longer, just as a player, trapped in a losing position and unwilling to surrender or withdraw, would do: continue to play, desperate but astute, devising tricks, gimmicks, to postpone the end.

Do love your demise. It is the only fixed point. Choose moves to distance it, but admire it, respect it. Build temples in her honour. Only thus shall you live well.

This prophecy is carved in incorruptible gold so that the elements cannot erase it. If you find it, the time will come when you will decide whether to melt this tablet, raise castles of clay, or preserve it, understand it, recite it as a prayer.

Translated by the author


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