Oggi mi sono Iscritto al Movimento Cinque Stelle

Oggi mi sono iscritto al Movimento Cinque Stelle.

Prima di spiegare il perché di questa mia scelta, credo sia giusto fare una premessa, unita a un riassunto della storia di questo particolare soggetto politico.

Il M5S, almeno per me, costituisce fino al 2013 un fenomeno essenzialmente culturale e "di rottura" legato soprattutto alla rete e al crescente influsso dei blog indipendenti, che grazie al "testimonial" Beppe Grillo conquista un vastissimo pubblico, coinvolgendo nel contempo intellettuali, professionisti e artisti di grande pregio.

Ora, ciascuno di noi può avere il suo personale giudizio su Grillo e i suoi comportamenti (specie recenti). Personalmente distinguo le cose: ho sempre amato il Grillo attore e istrione, per il fatto banale e spicciolo che è sempre stato un innegabile ed efficace talento comico, con un retrogusto "civile" non da sottovalutare; tuttavia non l'ho mai apprezzato nelle sue affermazioni politiche spicciole, animate certamente da un'indignazione condivisibile, ma quasi sempre legate a slogan inconsistenti, eccessivi, e in ultima istanza anche un tantino autarchici e giocati sul puro sfogo viscerale (basti pensare alla volontà di raggiungere il cento percento dei consensi prima di governare, ai vaffa days e alle affini iniziative promosse dal movimento dopo il grandioso risultato delle elezioni nazionali del 2013).

Oltre a questo, credo che le sue vicende personali lo abbiano in qualche modo reso inadatto a rappresentare un partito libertario come appunto vorrebbe essere il M5S.

Il vero "problema" che però ho sempre avuto col movimento nella sua dimensione politico reale è sempre stato la presenza di un'ideologia confusa, caotica, tenuta insieme dal collante spesso goffo e incoerente del "personaggio" Grillo nei suoi comizi sempre più simili a sproloqui teatrali.

Dal 2013 al 2018, ossia durante la fase della più grande crescita elettorale del movimento, il Parlamento viene letteralmente invaso da una quantità inverosimili di suoi rappresentanti che, oltre a non avere spesso alcuna esperienza politica, non ne porgevano alcuna neppure dal punto di vista professionale.

Questa dinamica ha evidenziato, nelle fasi successive, la necessità di una depurazione interna che alla fine è effettivamente avvenuta durante quella che a buon titolo possiamo considerare l'era di Giuseppe Conte.

Esattamente in questa fase tutte le correnti "anti-qualcosa" sono state (a mio avviso positivamente) abbandonate, scaricando senza tante mezze misure tutti i Paragone (anti-europeismo) e le Cunial (anti-scientismo) di turno, ossia tutto ciò che faceva del movimento un'accozzaglia di eterogenee teorie del complotto.

Alle elezioni del 2022 il M5S era dato per scomparso, o ridotto a un 4-6 percento di consensi, dopo i fasti del quinquennio precedente. In realtà questa disfatta non solo non si è consumata, ma addirittura ha avuto modo di trasformarsi in una vera e propria vittoria del nuovo Movimento Cinque Stelle. Un partito certamente rettificato nei numeri percentuali, ma finalmente rappresentato da un leader credibile, pulito, che durante il periodo della grande pandemia planetaria si è distinto per il suo stile concreto, vicino alla gente, empatico, eppure capace di dialogo ed equilibrio all'interno di un dibattito parlamentare assolutamente politico.

In estrema sintesi, oggi il M5S è l'unico partito che col suo abbondante 15% di consensi rappresenta in Italia una voce alternativa e socialprogressista, ma nel contempo esistente e riconosciuta, a fronte di una sinistra invischiata in estremismi primonovecenteschi ormai "relegati all'uno virgola qualcosa", e, dal lato opposto (sia per numeri che per atteggiamento) la cricca di potere del Partito Democratico e dei suoi interessi radical-chic.

In altre parole, il M5S è la sola alternativa all'esistente, visto che tutto il resto o è banalmente una perfetta riproduzione dell'esistente con altri nomi e simboli, oppure una manica di radi e disorganizzati estremisti la cui unica prospettiva politica consiste nello sventolare la propria bandierina rossa in una piazza semivuota.


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