Breve Storia del M5S ad Oggi

Il Movimento Cinque Stelle, dalla sua nascita ad oggi, attraversa quattro fasi ben distinte e facilmente individuabili, che vedono come spartiacque le ultime tre elezioni nazionali: 2013, 2018 e 2022.

Prima fase: il Grillo Parlante

Fino al 2013, il movimento si caratterizza innegabilmente come appendice del blog di Beppe Grillo, vero e proprio testimonial unico in grado di trasmettere, attraverso lo strumento relativamente recente della rete internet, una crescente ondata di indignazione verso la politica nazionale della cosiddetta Seconda Repubblica. In questa fase, mediata dal diffondersi di gruppi locali detti "meetup", il movimento conquista numerosi aderenti di prestigio, tra cui artisti, intellettuali e scienziati, uniti dalla condivisione di campagne significative.

In questa specifica fase, la cui componente politica non arriva a svolgere alcuna specifica funzione parlamentare, il "grillismo" si caratterizza come ondata di protesta certamente autonoma, ma in qualche modo affine a quella che fu l'entrata in politica di Antonio Di Pietro, eroe dell'inchiesta Mani Pulite, che evidentemente non era riuscita a cancellare la corruzione in Italia, ma per certi versi l'aveva rilanciata con la stagione del berlusconismo e delle sue derivate.

La fase parlamentare anti-tutto

Nel 2013, il movimento entra prepotentemente in Parlamento grazie ad un improvviso e inaspettato consenso di circa il 25% dei votanti, risultato storico, che gli permette di diventare primo partito nazionale. Tuttavia, un certo inasprimento della componente populista del leader Beppe Grillo, sempre più arroccato su posizioni "puriste" e avverse a qualsiasi forma di alleanza di governo, rende questa vittoria un puro risultato parlamentare, che, invece di avvicinare il movimento alla politica reale, tende invece ad accentuare la componente di protesta fine a sé stessa.

Da un punto di vista strettamente elettorale, questa componente risulta funzionale ad un ulteriore aumento di consenso, che tuttavia rende il movimento una sostanziale incognita dal punto di vista ideologico. In esso convivono infatti istanze opposte: una sinistra delusa dall'esistente e una destra autoritaria e giustizialista, un versante moderato amante delle nuove tecnologie e uno complottista e antiscientifico, una parte avversa all'Europa e una favorevole, una parte anticapitalista e una liberista, e via discorrendo.

Il secondo successo e la crisi

Con le elezioni del 2018, paradossalmente, l'ulteriore aumento del consenso a circa il 32% delle preferenze obbliga il movimento a studiare una qualche forma di compromesso, essendo ormai impossibile astenersi dalla partecipazione attiva al governo del paese. Esattamente questa fase, ben rappresentata dai due mandati di Giuseppe Conte alla presidenza del consiglio, segna una profonda crisi, ovvero comunque una drastica ridefinizione interna, che si esplica in ripetuti dibattiti con numerose epurazioni. Con l'avvento della grande pandemia del 2020, il governo Conte Bis si trova a fronteggiare una notevole spaccatura interna, che si traduce nella fuoriuscita di molti esponenti, come Paragone e Cunial, ossia le componenti più estreme, antieuropeiste e antiscientiste.

Questa "convergenza a Conte" come nuovo leader, però, segna una svolta importante. Il movimento, ormai emancipata dal puro "grillismo", diventa partito di governo, forte della concretezza e attendibilità di Giuseppe Conte.

La fase attuale

La quarta e attuale fase del movimento è certamente segnata, con le improvvise elezioni del settembre 2022, da un fatto degno di nota: il Movimento Cinque Stelle, dato praticamente per scomparso per effetto delle citate defezioni, sotto la guida del nuovo leader Giuseppe Conte riesce invece a mantenere un ottimo 15%, diventando, specie in virtù della difesa di misure quali il reddito di cittadinanza, nonché di una forte componente pacifista nella recente crisi tra Russia e Ucraina, la sostanziale unica forza politica "socialprogressista" in Italia.


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